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Linux Mint 21 su MacBook Pro

Nel 2018 dopo più di 15 anni di Mac OS X, non soddisfatto della direzione presa da Apple sia per l’hardware che per il software, ho installato Linux Mint 18.3 sul mio MacBook Pro del 2012, avevo da poco preso un più recente Mac Book Pro del 2015 su cui avrei continuato ad usare macOS in caso di bisogno. Nel giro di un paio di giorni avevo trasferito tutto il mio work flow su Linux Mint, e il MacBook Pro del 2015 di fatto è andato in panchina, usato esclusivamente per l’home recording con Garageband. Il MacBook Pro del 2012 è l’ultimo design Apple che mantiene una buona apertura ad upgrade hardware, alle connessioni con il mondo esterno e alla riparabilità. Da qui in poi si instaura un regime di minimalismo assoluto, sulle interfacce e sulla possibilità di aggiornare storage e memoria, il design della prima versione retina del 2015 è il minimo sotto il quale non mi sento di scendere, e i macbook pro attuali sono talmente chiusi, con anche il passaggio all’architettura SoC proprietaria, che non mi piacciono più. Questa breve premesas per cercare di spiegare per quale motivo nel 2022 uso Linux su un portatile Apple.

In questo articolo la storia della prima installazione nel 2018

https://www.guitarblog.it/2018/04/linux-per-la-musica-il-ritorno/

Da qualche mese la mia macchina principale è un desktop con Linux Mint 20.3 assemblato custom con componenti di qualità di cui magari racconterò in un post dedicato, il MacBook Pro 2012 è stato il mio computer principale dal 2018 agli inizi di quest’anno prima di assemblare il desktop, su cui ho usato prima Mint 18.3 e poi il 19 fino alla versione .3 (Mate Desktop) con aggiornamenti successivi senza reinstallare. Nel 2020 ho sostituito il lettore ottico interno con un SSD e traslocato la mia home sul nuovo disco. il disco di sistema era stato aggiornato ad un ssd da 512GB al tempo della mia prima installazione di Linux e la Ram portata a 16 GB. Con questa Macchina, sulla carta oramai parecchio datata, ho fatto tutto quello che mi serve (non faccio montaggi video in 4k o videogame, ma tutto il resto, inclusa musica, home recording, e programmazione in diversi linguaggi), forse il componente che sta iniziando a dare i primi segni di affanno è il processore ma la macchina rimane usabilissima e perfettamente adeguata alle mie esigenze.

Stavo iniziando a chiedermi se non stesse arrivando la data del pensionamento per il vecchio MacBook Pro, magari fissandola con il termine del supporto di Aprile 2023 fissato per Mint 19.3, o se fosse il caso di provare ad installare Mint 21 per cercare di dargli ancora qualche anno di onorato servizio. Ci sono veramente affezionato, mi ha accompagnato in molte avventure on the road, è stato un compagno di lavoro e di intrattenimento, insomma so che molti di voi possono capirmi, a volte questi oggetti diventano qualcosa di più che semplici strumenti, soprattutto in questo mondo dove gran parte della nostra vita diventa “digitale” e “online”.

Sul mio desktop per ora rimango con la 20.3 che tra l’altro in versione Edge già usa il Kernel 5.15 ed è stabilissima e performante, vedremo magari tra un annetto o due se aggiornare.

Essendo la Mint 21 già disponibile da alcuni mesi ho pensato di fare una installazione fresca sul MacBook e vedere “che effetto che fa”.

Come al solito l’installazione di Mint è facilissima, ho personalizzato le partizioni in modo di montare la root / sul disco da 512gb e la /home sul disco da un tera che ho messo al posto del lettore ottico. Al termine dell’installazione ho collegato il macbook con cavo ethernet ed installato i driver per la scheda broadcom wifi (airport). Tutto ha funzionato a meraviglia con il kernel 5.15 standard della Mint 21. Cinnamon che uso al posto di Mate sul desktop mi piace tantissimo, classico e moderno allo stesso tempo, facile ed immediato e devo dire che per quanto mi riguarda stabile ed affidabile.

La cosa che mi ha impressionato è che la Mint 21 sembrerebbe anche più leggera e veloce della 19.3, forse merito del nuovo kernel, all’avvio rimane un’occupazione della RAM intorno agli 800 MB e quindi molto simle a quella che avevo con Mate.

Quello che mi piace di Mint è che non installa roba inutile, la selezione di applicazioni di default è parsimoniosa e abbastanza minimalista, tutto il necessario e niente più.

Il Software Manager è di facile utilizzo, di solito preferisco usare le applicazioni dei repositories e in caso siano troppo datate allora considero l’uso delle Flathub di cui il repository è integrato nel software manager, al momento le preferisco alle Snap.

Gli aggiornamenti di Mint sono gestiti sempre in modo impeccabile e quindi basta fare un aggiornamento dopo l’installazione per avere il sistema allo stato dell’arte.

Ho provveduto subito ad impostare il desktop con i due pannelli che di solito uso e lo schema di colori che trovo per me più leggibile.

Essendo il Macbook la mia macchina secondaria, non mi serve avere tutto quello che ho sul desktop, molto probabilmente installerò Ubuntu Studio Installer che permette di avere Ubuntu Studio Control per la gestione di Jack Audio e altre applicazioni Audio dei repositories di Ubuntu, ma credo che Mint21 usi Pipewire e quindi voglio prima capire come Pipewire conviva con Jack e Pulseaudio.

Ad ogni modo mi interessa avere i miei tools di sviluppo da Python a Go a C++ e ho installato XAMPP per avere uno stack LAMP di facile gestione per Apache, PHP e MariaDB.

La batteria dura ancora più di due ore con uso intensivo e continuato, per il momento è ancora accettabile, considerato che comunque è un computer di 10 anni. Non è sufficiente per usarlo una giornata intera unplugged ma onestamente mi è capitato raramente di doverlo fare.

Le versioni della applicazioni presenti nei repositories non solo le ultime, ma nemmeno troppo datate, è la filosofia delle LTS Ubuntu su cui si basa, la stabilità prima di tutto, quindi è un compromesso che per me sta andando bene da diversi anni, se mi serve appunto un’applicazione all’ultima release posso installarla come Flathub o da PPA di terze parti.

Devo dire che fin dai primi giorni di utilizzo di Linux Mint 18 non ho mai rimpianto macOS e sopratutto ho apprezzato sempre la libertà che mi ha dato, libertà dalle logiche di obsolescenza programmata imposta dal software proprietario e libertà di personalizzare la mia macchina come ho sempre desiderato. Quando a cavallo del millennio ho usato Linux Mandrake prima di passare a Mac OS X onestamente non è stato un’esperienza indolore, le difficoltà ancora troppe, ma dal 2018 Mint è a tutti gli effetti la miglior soluzione Open Source per me rispetto a macOS e Windows (che comunque continuo ad usare in ambiti molto limitati e per cose molto specifiche).

Ad ogni release Mint è migliorato molto e questa Mint 21 è veramente l’ultimo traguardo di una serie sempre in evoluzione, Cinnamon è il desktop environment ideale per chi cerca un ambiente tradizionale e di facile utilizzo, personalizzabile e anche molto attraente nell’aspetto.

Per chi è legato al mondo Debian ricordo che Mint offre una versione “Ubuntuless” derivata direttamente da Debian Stable, La Mint LMDE che ho recensito nella versione 4 e che attualmente sto usando nella versione 5 (più che altro tenendo d’occhio) su na portatile Dell i5 di seconda generazione che comunque funziona ancora alla grande dopo oltre 10 anni.

Grazie a Mint 21 mi sono assicurato ancora qualche anno di utilizzo del mio amato MacBook Pro 2012, penso che possa arrivare senza problemi al fantastico traguardo del 2027, potendo ambire ai 15 anni di utilizzo. Sicuramente si tratta di un progetto Apple dei migliori, il miglior MacBook mai realizzato, ma questo traguardo è possibile proprio grazie al software libero, perchè nonostante l’hardware sia ancora utilizzabile con profitto, il softwrare proprietario di Apple non lo supporta più già da un bel pezzo.

Attualmente un MacBook Pro del 2012 si può acquistare usato già con 16 Gb di ram e un SSD da 512GB a circa 350 Euro, magari a meno se ancora con la ram e l’HDD da aggiornare, non lo consiglierei per utilizzarlo con macOS Catalina, l’ultima versione supportata, ma se state cercando un portatile da usare con Linux Mint 21, per sicuramente altri 5 anni, potrebbe essere una sicura alternativa ai portatili economici attualmente in commercio a 300-400 euro. A mio avviso i punti deboli potrebbero essere il peso, e la risoluzione dello schermo, e forse la durata della batteria, ma per tutto il resto rimane incomparabile nella sua struttura unibody in alluminio rispetto alle plastiche da giocattolo dei portatili economici. E’ un carrarmato indistruttibile che vi può sicuramente, grazie a Linux, far compagnia ancora per tanti anni nelle vostre avventure informatiche on the road.

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Matteo